lunedì 25 novembre 2013

Bruschetta di cavolo nero e fagioli cannellini su pane di Matera per #MangiareMatera




La cucina toscana  e la cucina lucana, fuse in un unico piatto, o meglio dire in un'unica bruschetta.
La stagione invernale, regala delle verdure introvabili, rustiche con un carattere forte e deciso, come il cavolo nero, che per noi toscani durante questa stagione, è come la copertina di Snoopy, ci accompagna fedele per tutta quanta la stagione.

Volevo omaggiare con un'altra ricetta  la regione della Basilicata  e con lei il concorso  di Scatti  Golosi, in collaborazione di Mangiare Matera, ed ho pensato ha questa ricetta, semplice nella sua realizzazione, ma sincera e rustica, un po' come le due regioni  che ho pensato di unire, in questo abbraccio gastronomico.





  bruschetta cavolo nero e fagioli cannelliniIMG_5104 



Non metto le dosi, è una di quelle ricette che si va ad occhio e a gusto personale

fette di pane di Matera
un cespo di cavolo nero
fagioli cannellini secchi
olio extra vergine d'oliva novello
sale pepe
uno spicchio d'aglio
peperoncino piccante.


http://www.scattigolosi.com/2013/10/mangiarematera-un-nuovo-concorso-tutto.html

Iniziate con il mettere a bagno per circa 12 ore i cannellini, poi sciacquateli rimetteteli dentro ad una pentola, copriteli abbondantemente di acqua fredda, unite un paio di foglie di salvia, uno spicchio d'aglio vestito, u paio di   pomodorini, uno o due cucchiai d'olio d'oliva, e fate cuocere per circa un'ora o due, o almeno finché non saranno teneri,   salandoli  solo alla fine della cottura.

Prendete il cavolo nero, staccate le foglie, eliminate le costole più dure, sciacquatelo bene e 
asciugatelo  aiutandovi con della carta da cucina.
In una padella mettete qualche cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva, fateci dorare uno spicchio d'aglio e del peperoncino, poi aggiungete il cavolo nero, e fatelo cuocere  per pochi minuti.

Grigliate le fette di pane di Matera da ambo i lati e mettetele da parte.

Se amate i sapori decisi  e non siete la moglie di un vampiro, potete agliare leggermente la fetta di pane, altrimenti non vi resta che aggiungere le foglie di cavolo, qualche cucchiaiata di fagioli cannellini, una passata di fresco e pungente olio extra vergine d'oliva novello, e una macinata di pepe nero.

mercoledì 20 novembre 2013

Cavatelli verza e patate, per #MangiareMatera




Ancora la Basilicata, protagonista! Questa volta è Mangiare Matera  a far da cicerone e a mostrare i prodotti che questa terra così generosa, regala a chi la sa amare e curare!
Matera con i suoi sassi, con il suo pane, con le sue farine di semola, sapori antichi che devono essere assolutamente scoperti, e riscoperti.

Ecco che grazie a Scatti Golosi   e a Mangiare Matera, e al concorso che hanno ideato, è arrivato a casa un pacco con i prodotti che mi stanno aiutando ad assaporarla in tutte le sue sfumature.
Cavatelli, paccheri, la semola Senatore Cappelli, e ovviamente il famoso pane di Matera.
Ho pensato di iniziare dalla parte più semplice, la pasta di grano duro, ed anche questa volta ho finito per fare un mescolone di ricette ;)
Ho scomodato la Valtellina, con i suoi pizzoccheri per il condimento dei cavatelli, e al posto della fontina ho optato per del gruyère svizzero, visto che nel frigo ne ho ancora una bella scorta ...





Cavatelli Verza e patate Mangiare Matera



Ingredienti per 2 persone

  • 200 g di cavatelli Vero Lucano
  • 200 g di cavolo verza
  • 2 patate medie 
  • Gruyère Svizzero
  • parmigiano reggiano
  • aglio
  • 40 g di burro
  • sale pepe
Mettete sul fuoco la pentola con l'acqua.Pulite il cavolo dalle foglie sciupate, lavatelo e tagliatelo a strisce non troppo sottili. Pelate le patate e tagliatele a tocchetti regolari.
Appena l'acqua inizierà a bollire, salatela e versateci sia il cavolo che la patata e fate cuocere a bollore medio.
Intanto schiacciate l'aglio  e fate sciogliere dolcemente il burro, uniteli insieme e fateli dorare senza scurirli troppo, e mettete da una parte.
Pungete la patata con una forchetta, e se risulta potete aggiungere i cavatelli.Portate a cottura la pasta, e intanto preparate una pirofila, che possa andare in forno.
Appena i cavatelli saranno cotti, scolateli al dente e versateli nella pirofila, facendo degli strati con il formaggio e la pasta e irrorando il tutto con il burro fuso, aromatizzato all'aglio.
Cospargete la pasta con del parmigiano reggiano, e del pepe nero, macinato al momento.
Passate nel forno caldo a 180° per circa 7 o 8 minuti, e servite subito.

                                                         http://www.scattigolosi.com/2013/10/mangiarematera-un-nuovo-concorso-tutto.html?showComment=1382601854416#c4735393796477247874



lunedì 11 novembre 2013

Cestini di polenta, gruyére e cavolo cappuccio




Ho sul terrazzo di casa, gli agrumi, la bouganville e la Mandeville  ancora in fiore, e che fiori ...le zanzare sono ancora belle pimpanti, tanto da regalarci  prelievi del sangue a gogo, senza farci pagare nemmeno il ticket! Potrebbe essere un qualsiasi periodo estivo, però il calendario non mente, e mi dice che oggi è l'11 Novembre  e l'estate è finita da un pezzo.

A dire il vero  da qualche giorno il tempo è cambiato, e il cielo azzurro e caldo  che mi asciugava i panni, in poche ore, ha lasciato il posto ad un cielo grigio e umido  e ad una casa invasa da panni da asciugare, ma diciamo pure che anche l'autunno mi piace, sarà per i suoi colori, sarà per i suoi piatti, sarà che se faccio una polenta, nessuno ha da ridire...

Lo ammetto, sono una scansa fatiche! Non mi vedrete mai rimestare la polenta stando 40 minuti in piedi davanti ai fornelli, girando con il mestolone di legno stile Amelia, la strega che ammalia :)
E no,  non ho detto che uso la farina che cuoce  in pochi minuti ... ho un vecchio paiolo di rame motorizzato, con una paletta che gira lentamente. Mentre lui mi riemesta la polenta, io posso tranquillamente fare qualcos'altro.

Per questi cestini  inventati sul momento, diciamo che mi sono lasciata prendere un po' la mano, ed ho esagerato con la quantità di polenta.
Niente di male, perché quella avanzata, l'ho messa in uno stampo rettangolare di ceramica, unto leggermente di olio d'oliva... ho compattato bene  lasciandola raffreddare, e poi la sera l'ho tagliata a fette molto sottili, passata in un velo di farina, scosso l'eccesso, e  fritta.Diciamo che ci siamo sacrificati molto, ma molto, volentieri!

Niente quantità, a parte quella della polenta bramata che ho usato ... diciamo che mi sono venuti 6 cestini, e una frittura generosa :)











Per la polenta

  • 500 g di polenta Bramata
  • 2 litri d'acqua
  • un cucchiaio di sale

Nella pentola di rame, fate scaldare quasi a bollore l'acqua, salatela e poi spargete la farina mescolando con una frusta. Se non avete il paiolo elettrico come il mio, munitevi di olio di gomito, e continuate a mescolare con un mestolo di legno, per circa 30/40 minuti, o finché la polenta non inizierà a staccarsi dalle pareti.

Ho preso uno stampo da muffin, ho oleato leggermente il loro interno aiutandomi con un pennello di silicone, ho messo qualche cucchiaio di polenta in ogni  buco, ho lasciato che intiepidisse per non ustionarmi, e poi con l'aiuto di un cucchiaio bagnato e le mie  dita  anch'esse umide, ho creato lo spazio sufficiente per contenere il condimento.

Per il ripieno
Porro
salsiccia
cavolo cappuccio
brodo vegetale q.b
olio extra vergine d'oliva
sale e pepe

Scaldate leggermente l'olio e aggiungete subito il porro  tagliato a rondelle sottili. Salate con parsimonia e fate dorare leggermente.Aggiungete la cipolla sbriciolata, fatela rosolare  e poi il cavolo cappuccio tagliato a fettine sottili. Date una mescolata e fate cuocere per pochi minuti, poi unite qualche cucchiaio di brodo vegetale, e portate a cottura.

Ho versato qualche cucchiaio di ripieno dentro ai cestini di polenta eli ho cosparsi generosamente di Gruyère Svizzero .
Ho infornato a 180°, per circa 8 minuti  poi facendo attenzione, ho tolto i cestini dallo stampo e li ho rimessi in forno, per far dorare anche i lati.
Se erano buoni? Qua, hanno detto tutti di si :)




lunedì 4 novembre 2013

Zuppa di cipolle alla birra. Ovvero, guarda come ti adotto una ricetta...




Nel mondo del food blog, ci sono vari tipi di ricette.Ci sono le ricette inventate, quelle tramandate di generazione  in generazione, ci sono quelle copiate dall'amica di blog, oppure quelle prese dai vari libri o riviste di cucina, e poi da qualche settimana, ci sono quelle "Orfane".Si avete capito bene, esistono anche quelle orfane :)
Le ricette orfane sono le ricette del blog, di una cara amica, tale Alessandra da Genova, che dopo accurata riflessione, ha deciso di non scrivere più sul suo blog, che curava insieme alla sua amica Daniela, ed ha abbandonato MenuTuristico.
Le sue ricette adesso, vengono lasciate pronte per essere adottate, su una pagina facebook, che si chiama Ricette Orfane, e solo chi ha il dito veloce, e lo sguardo attento, se le può aggiudicare, e riproporre nel suo blog.
Io ho scelto questa zuppa di cipolle alla birra ...
Per questa volta, non modifico nemmeno il testo, ve la regalo così come l'ha scritta Alessandra...








 Ho sbucciato, affettato e lacrimato su 5 cipolle bianche, che poi ho messo in una casseruola larga e dai bordi non altissimi (quella in cui preparo lo stufato, per capirci), a caramellare. Poco olio, appena è caldo si versano le cipolle, le si fa andare per una decina di minuti, con un po' di sale, mescolando spesso e quando iniziano a diventare tenere, si copre con acqua, si abbassa la fiamma e si copre. Quaranta minuti come minimo, anche se la ricetta dice un quarto d'ora. Nel frattempo, si prepara un brodo vegetale o, meglio ancora, di carne. in quel caso lì "nel frattempo" è troppo poco: o avete scorte nel freezer o avete un'amica come ho io che mi rifornisce di barattolini con contenuti sulla cui estistenza ho smesso di interrogarmi, che non sia mai che debba rinunciare a fare dei brodi così buoni in due minuti.
Dopo 40 minuti, le cipolle saranno marroncine e tenerissime: aggiungete due foglie di alloro, un cucchiaino di bacche di ginepro, uno spicchio d'aglio e 330 ml di birra. La ricetta diceva bianca, io ho usato una rossa piuttosto leggera e devo dire alla fine ero soddisfatta. Ho fatto sfumare per qualche minuto, poi ho coperto con il brodo (mezzo litro, circa)e ho proseguito la cottura, per mezz'oretta, anche qualcosina di più. Fiamma bassissima, recipiente coperto. Da qui in poi, ho fatto di testa mia: ho fatto leggermente tostare due belle fette di pane casareccio e le ho messe sul fondo di una teglia, di misura con il suo fondo, ho coperto con la zuppa, privata dell'alloro e dell'aglio. Ho grattugiato sopra il pane abbondante emmenthaler svizzero (è più pungente di quello bavarese, sta meglio con la birra) e ho infornato a 210 gradi per un quarto d'ora. Quando la superficie era completamente gratinata ho sfornato, ho lasciato raffreddare leggermente e poi ho servito, con una spolverata di pepe nero, macinato al momento.