A volte, ci si può sentire anche come questa torta, non esteticamente belle, con crepe, avvallamenti e difetti. Questo accade soprattutto a noi donne, in quei momenti della giornata, o anche del mese, in cui si vede tutto nero, dove non ne va mai bene una, dove ti anche capitare, di passare davanti ad uno specchio e di non riuscire a riconoscerti.
Ti guardi, ti osservi, ti scruti, pensi a quei kg, che non se ne vogliono andare, e che sinceramente, diciamolo, manco fai nulla per scrollarteli di dosso. Si ammettilo, sei diventata pigra!
Controlli la ricrescita, che adesso si fa vedere spudorata sempre più spesso, e pensi che se forse babbo, ti avesse lasciato la sua altezza, invece di una precocissima canuticità ( ma esiste sta parola?) adesso, saresti si grassoccia, ma con un peso ben distribuito, in base all'altezza!
E continui a guardarti allo specchio, fai le smorfie, metti a fuoco, strizzando gli occhi... quegli occhi che sono miopi e astigmatici da una vita, e pensi che tra poco, inevitavìbilmente, diverranno anche presbiti e allora si che ti scapperà da ridere!
Ma poi ti riguadi meglio, e dici... ma chissenefrega... non sarò perfetta, ma qualcosa di buono, ci sarà rimasto, ancora in me?
E poi guardi questa torta, esteticamente ed esteriormente discutibile, ma con un interno che fa commuovere per la sua bontà, poi pensi a te stessa, alla tua parte esteriore e a quella interiore, e pensi, che ti piaci anche così!
P.S.però se iniziassi a fare quei maledettissini 10.000 passi al giorno, male non mi farebbe!
Torta morbida al cioccolato
250 g di
cioccolato fondente al 70% di cacao
150 g di burro
200 g di zucchero
5 uova
2 cucchiai di
farina
1 cucchiaio di
latte
1 cucchiaino da
tè di cacao in polvere
Spezzetta il
cioccolato dentro una ciotola, i unisci il burro a pezzetti e fai fondere il
tutto, a bagnomaria.
Setaccia la
farina con il cacao.
Rompi le uova,
separa i tuorli dagli albumi, aggiungi ai tuorli lo zucchero e il
cucchiaio di latte e lavora con il cucchiaio di legno fino ad ottenere un
composto spumoso e biancastro.
Unisci il
miscuglio di farina e cacao, mescolabene e riunisci i due composti, quello di
cioccolato e quello d’uovo, amalgamandoli bene.
Montata a neve gli albumi, e uniscili delicatamente
al composto.
Imburra una
tortiera da crostate (28 cm), versaci l’impasto e metti nel forno già
caldo a 160° per 25 minuti.
Servi la torta
preferibilmente tiepida, ma se la vuoi preparare in anticipo, puoi scaldarla
tranquillamente, per qualche minuto,nel forno
Puoi accompagnare questa autentica goduria, con della panna panna montata, oppure con crema inglese
Da una parte, quella conosciuta sulle pagine patinate dei cataloghi delle agenzie, con le sue spiagge immacolate, i suoi porticcioli con gli yatch ipertecnologici, il lusso a volte gridato con voce troppo alta, tanto da poter dar quasi fastidio,!
E poi c'è l'altra, quella che piace a me, quella delle calette nascoste, della terra aspra ancora incontaminata, quella dei silenzi, del vento che ti scompiglia i capelli, delle gole dei fiumi che se le percorri ti portano al mare, quel mare turchese, cristallino, che difficilmente trovi, in altri luoghi.
Come si può capire, sono un tipo un po' selvaggio a cui piace poter scoprire quelle spiagge lontane dalla calca e dal sovraffollamento, e di cui la Sardegna per fortuna ne è ancora ricca, ma non disdegno nemmeno di scoprire anche le zone lontane dal mare, perché anche loro hanno il loro fascino, per fortuna ancora incontaminato.
Ecco perché, quando l'Associazione Italiana Food Blogger, di cui faccio parte ha comunicato che c'era la possibilità per i soci Aifb, di fare un blogtour nella Sardegna sconosciuta, mi sono subito candidata. Le Camere di Commercio, di Sassari, Oristano, Cagliari e Nuoro, hanno organizzato un magnifico viaggio culturale e enogastronomico, che ci ha dato modo di conoscere realtà che altrimenti sarebbero rimaste nascoste, solo a chi ha la fortuna di vivere sull'isola.
Partiti da Roma, atterrati ad Alghero, il tempo di recuperare la valigia, ed in meno di 20 minuti, eravamo già nella prima azienda che avremmo visitato, L'accademia Olearia ad Ungias, della famiglia Fois.
Accompagnati dal Dott. Giuseppe Izza, agronomo e quindi profondo conoscitore sia dell'olio extravergine d'oliva che del vino sardo, abbiamo iniziato il nostro percorso dentro al moderno frantoio della famiglia Fois, partendo dal momento in cui le olive vengono accolte, lavate ed asciugate, fino alla fine della lavorazione, e quindi all'estrazione delle prime gocce di olio.
Grazie alla vicinanza del mare, al clima mite, un suolo particolarmente adatto, e alla selezione del cultivar degli olivi, l'azienda vanta numerosissimi riconoscimenti in premi, per la qualità eccellente del suo olio extra vergine.
Spostandoci di pochi km, siamo arrivati alle Tenute Deloghu, sulla S.S 291 a Sassari, per quella che sarebbe dovuta essere una semplice degustazione dei prodotti tipici locali.
Qua, abbiamo conosciuto Piero Delogu, che coltiva le sue vigne nella campagna che circonda Alghero, e miscelando sapientemente tre ingredienti fondamentali, l'uomo, la terra ed il tempo, ed ovviamente l'aiuto di un clima particolarmente favorevole, riesce ad ottenere tre vini magnifici, come Ego, Geo e Die, i vini che hanno accompagnato la nostra degustazione guidata.
I salumi sardi, ottenuti dalla razza autoctona Sarda, saporiti e gustosi, e con l'accorgimento che ci hanno suggerito, e cioè quello di assaggiare, sempre partendo dal salume più chiaro, per finire a quello dal colore più scuro, suggerimento che abbiamo particolarmente apprezzato, ovviamente perché il più chiaro è meno stagionato e con un sapore più delicato, mentre quello più scuro, è molto più sapido e saporito.
Il carciofo spinoso sardo, con le caratteristiche di essere morbido e saporito, tanto da poter essere gustato crudo, con dell'ottima bottarga di muggine,
Per la prima volta, ho potuto gustare ed apprezzare i ricci crudi, che sono protetti da norme severe che ne preservano la specie, semplicemente adagiati su del pane, ma con un sapore unico, che ricorda tantissimo il mare.
Visto che questo è un blog di cucina, vi lascio anche una ricetta al volo, che ci hanno suggerito, per fare dei spaghetti ai ricci di mare, strepitosi ...
Spaghetti ai ricci di mare
In una padella con dell'olio extravergine d'oliva, fate insaporire dell'aglio intero, si toglie l'aglio, si fanno saltare gli spaghetti al dente, si unisce la polpa di riccio cruda, una spolverata di prezzemolo, ed il piatto è pronto.
I formaggi sardi, pecorini a Denominazione di Origine, come il Pecorino Sardo, Il Pecorino Fiore Sardo, dal gusto dolce, e il Pecorino Romano, ingrediente indispensabile, per fare un'ottima carbonara.
E poi finiamo il nostro pranzo, con i dolci fantastici sardi, semplici, schietti, senza troppi fronzoli, che ti catturano semplicemente per il loro sapore di buono.
Una menzione speciale va a questi dolci, che si chiamano Tabaccheras, esono tipici della zona di Alghero. Sono dei dolcetti, con un involucro di pasta ottenuto da farina 00 e farina di semola, strutto, uova zucchero ed acqua, e al loro interno, nascondono una crema deliziosa di biancomangiare. Non sono fritti, ma cotti in forno, e posso assicurarvi che sono deliziosi.
Le Tiricche, con all'interno la sapa, anche loro dolcetti tipici del nord della Sardegna.
Il nostro primo giorno, in terra sarda, non si è ancora concluso...ci attende una vera e propria lezione di cucina, presso l'Agriturismo Pedru Caddu, a Tula.
L'agriturismo è situato in un posto bellissimo, praticamente affacciato sul lago Coghinas, meta indiscussa da chi pratica la pesca ai bass...( si nota molto che sono una moglie di un pescatore? )
Pensate che bello...voi potreste seguire i corsi di cucina tipica sarda, e vostro marito, potrebbe dedicarsi alla pesca :))
L'agriturismo è gestito e curato da due sorelle, Elena e Laura, che da 9 anni hanno deciso di cambiare vita e lavoro, per dedicarsi completamente a questa struttura. Laura si dedica principalmente alla cucina, e alle lezioni che si tengono tra quelle mura, mentre Elena si dedica all'organizzazione e alla gestione di tutto il resto.
Posso essere estremamente sincera? Volete far felice una food blogger, quando la invitate ad un blogtour? Insegnatele le ricette tipiche della vostra regione e fatele mettere le mani in pasta, e lei ve ne sarà grata per tutta la vita!!
Questo importante particolare, ha fatto si che questo blogtour, sia stato uno dei più belli e completi di tutti questi anni di blog, senza nulla togliere agli altri, ma quando si tratta di imparare nuove ricette e segreti culinari, potrete vedere nei nostri occhi, una luce particolare, che ci illumina.
Maccarones de unjias, panadas di carne di maiale, zuppa Logudorese, e infine i colungiones di ricotta e le orillettas, sono le ricette che Laura ci ha svelato in cucina, dove la sua timidezza ha lasciato spazio, alla sua bravura e alla sua manualità!
Ecco qua, dei video che spiegano i passaggi fondamentali, per l'esecuzione delle orillettas, delle panadas e della chiusura dei culurgiones
Maccarones de unjias
Orillettas
Dopo la lezione di cucina, ci siamo ritrovati con i nostri compagni di avventura, ed abbiamo potuto assaggiare i piatti che avevamo preparato con Laura, e molte altre pietanze fantastiche sempre preparate da lei.
Quello che conquista dei suoi piatti, anzi dei loro piatti, è la completa semplicità, valorizzata da un'esplosione di sapori, davvero unica. La nota del finocchio nella zuppa, la delicatezza delle frattaglie di agnello con la cipolla, i maccarones al sugo di pomodoro, la semplicità di una foglia di lattuga, accompagnata dal miele di lavanda, tutti piccoli aggorgimenti e particolari, che mi hanno conquistata.
Lattuga e miele di lavanda
Panadas e funghi ombrelle fritti
Zuppa Logudorese
Orillettas
Colungiones di ricotta
E ora vi lascio la ricetta delle panadas ripiene di carne di maiale, direttamente dalla cucina di Laura ed Elena.
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Un consiglio spassionato, sul modo di consumarle appena sfornate... lasciatele intiepidire e non usate assolutamente coltello e forchetta, ma mangiatele usando soltanto le vostre mani, e a piccoli morsi, e sentirete che bontà!
Panadas di carne di maiale
Ingredienti per 20 /23 panadas
Per la pasta
1 kg di farina di semola di grano duro
270 g di strutto
20 g di sale
2 bicchieri di acqua tiepida
Per il ripieno
1 kg di carne di maiale / o agnello tagliato in piccole pezzi
1 spicchio di aglio
Prezzemolo tritato q. b
23 gdi sale
Un pizzico di pepe nero
Lardo tritato q.b.
Versate la farina in una terrina ed unite il sale ,lo
strutto e l’acqua tiepida lentamente; amalgamate bene tutti gli ingredienti
così da ottenere un panetto che farete riposare per circa un’ora avvolto nella
pellicola.
Trascorso questo tempo rilavorate l’impasto fino ad ottenere
un composto liscio ed omogeneo ; spianatelo e stendetelo con l’ausilio di una
sfogliatrice . Lo spessore della sfoglia ottenuta deve essere medio; da questa
ricaverete in numero pari dei dischi di pasta di due misure differenti , che
costituiranno la base e la copertura della panadas.
Preparate il ripieno unendo alla carne tutti gli ingredienti
eccetto il lardo; il composto sarà più gustoso se preparato almeno 24 ore prima
dell’utilizzo.
Posizionate 50 g
circa di ripieno sulla base con diametro maggiore e ponetevi sopra un po’ di
lardo tritato; disponete il disco più piccolo come coperchio ed iniziate ad
avvicinare i bordi dei due dischi,procedendo alla formazione di un cordoncino.
Cucinate in forno a 180 gradi per circa 25/30 minuti.
Ogni anno, per le feste natalizie, provo nuovi piatti, e quelli che mi sono piaciuti di più, vengono fotografati e messi in archivio, in attesa che arrivino di nuovo le feste e che possano essere postate.
Invece di postarle, visto che gli impegni sono sempre tantissimi, ed il tempo da dedicare al blog durante il tour de force natalizio, non ne ho... rimangono ancora in attesa, speranzose di essere scelte, per essere pubblicate.
E allora da oggi ho deciso, le ricette festaiole, le pubblico lo stesso...tanto ogni giorno, può essere il giorno giusto per festeggiare qualcosa.
In fondo, si tratta semplicemente di una vellutata di cavolfiore, dal gusto dolce e delicato, di quei piatti che piacciono tanto a noi donne, che danno l'idea di essere anche light, se non fosse per la presenza della panna.
Non è una ricetta che colpisce, per la sua difficoltà di preparazione, o per la sua bellezza nell'impiattamento, ma come dico sempre io, se si usano prodotti di qualità, anche dalle ricette più basiche, si ottengono risultati strepitosi.
Un buon olio extra vergine d'oliva calabrese monocultivar, dell'azienda San Sebastiano, dell'amico Piero Romano, un cavolfiore acquistato al mercato della filiera corta di Prato, che fino a poche ore prima era ancora in pieno campo, e le uova di trota di Friultrota, acquistate dall'amico Andrea e arrivate a casa, in pochissime ore.
Ecco, pochi ingredienti, ma buoni e il risultato è questo.
In una pentola mettete due cucchiai di olio extravergine, e fateci insaporire un trito di scalogno ed aglio.
Dopo circa due minuti aggiungete le cimette di cavolfiore, tritate in maniera grossolana ed il sedano, tagliato a fette.
Lasciate insaporire per qualche minuto, poi coprite con il brodo vegetale ben caldo, aggiustate di sale e di pepe e fate cuocere per circa 45 minuti a fiamma bassa.
Frullate bene e unite la panna fresca.
Rimettete sul fuoco e lasciate cuocere per altri 10 minuti.
Togliete la vellutata dal fuoco, mettetela nei piatti, lasciatela intiepidire e aggiungete le uova di trota, in ogni piatto.