martedì 20 settembre 2016

Plumcake soffice allo yogurt





Quando ero una bambina  i dolci per la colazione erano prettamente i ciambelloni che sfornava mamma , oppure il classico pane burro e marmellata, intervallati da dell'ottima schiacciata toscana all'olio, bella unta, che veniva inzuppata nel latte caldo ( se non avete mai provato questo abbinamento, vi siete persi una delle cose più buone della vita).

I biscotti e le merendine confezionate, sono apparsi verso la fine degli anni 70, ma erano pochissime varietà e chi produceva le "pastine" erano una o due  aziende  al massimo, e quella più famosa pubblicizzava i suoi prodotti con una famiglia sempre felice e sorridente che viveva dentro ad un mulino!

Sarà stato il mio metabolismo supersonico, ma mi ricordo molto bene che una pastina non mi bastava mai; aprivo il sacchettino di cellophane ravanavo dentro alla scatola e tiravo fuori tre o quattro pastine, che ingurgitavo in un nanosecondo, tanto ancora il mio lato B era alquanto insignificante, ed ero ancora ignara del fatto, che sarebbe cresciuto in maniera esponenziale, solo  molti anni dopo! 


Fortunatamente mamma, non è che fosse molto propensa nell'acquistare certe cose, e quindi  la colazione casalinga era quella che andava per la maggiore!

In fondo con un po' di farina, uova,  zucchero e una bustina di lievito, mescolati  a volte con le  mele, oppure le mandorle o nocciole, da che mondo e mondo, il risultato che uscirà dal forno sarà sempre una torta di quelle buone, sane e che profumano di casa.

Certo è, che non sempre è così facile e semplice ottenere dei dolci soffici e friabili;  ci vogliono mille accortezze e mille trucchi, che si imparano nel corso del tempo, tramandandoli da madre e figlia, oppure  ci vengono  svelati dalle amiche, quando gli "rubiamo" le loro preziose ricette di famiglia.
La Paneangeli, che tutte noi conosciamo, ha pensato di venire incontro a chi non ha bel chiaro le tecniche ed i segreti per ottenere dolci praticamente perfetti; andando sul sito  potrete scaricare l' e-book Paneangeli sui  trucchi e segreti in cucina, che spaziano dalla preparazione ai consigli  per la decorazione, che sicuramente potranno esservi utile, sopratutto se siete  alle prime armi e volete dilettarvi in cucina.

Sapete che...

"Per gli impasti lievitati che prevedono l’utilizzo di patate, è consigliabile scegliere la qualità per “gnocchi”. Questa varietà a pasta bianca è ricca di amido e contribuisce a dare la giusta consistenza agli impasti sia dolci, sia salati amalgamandosi perfettamente alla farina, senza lasciare grumi, oppure per chi non gradisce il liquore, può bagnare il pan di spagna con la stessa quantità di succo di frutta (qualsiasi gusto), di caffè per un gusto più aromatico, o di latte per un sapore neutro..."
Ecco, questi sono solo due semplici esempi di quello che potrete imparare scaricando l'e-book.


E ora torniamo alla ricetta di oggi.

E' un plumcake estremamente soffice, adatto per essere consumato a colazione, che rimane morbido ed umido, proprio come quelli "famosi" della famiglia felice che vi dicevo prima, ed è perfetto inzuppato nel latte, oppure spalmato con dell'ottima confettura casalinga.
Se per caso vi avanzasse, ricordatevi che lo potete mantenere fragrante per qualche giorno avendo l'accortezza di sigillarlo dentro ad un sacchetto per alimenti.



Plumcake soffice allo yogurt

La ricetta originale la trovate qua, su Tavola Arte e Gusto

      1 stampo da plumcake  di 25 x 10 cm
  • 150 g di farina 00
  •   50 g di fecola di patate
  • 200 g di yogurt greco bianco
  • 100 ml di olio di semi di girasole
  • 3 uova biologiche
  • 150 g di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • scorza di arancia o di limone non trattati


Montate le uova con lo zucchero, una presa di sale, la vaniglia e la scorza di limone, finché la massa non sarà spumosa e chiara; ci vorranno circa 6-7 minuti, poi unite a filo l'olio, facendolo scorrere sulla parete della ciotola della planetaria.

Setacciate la farina con la fecola e il lievito e aggiungetene due cucchiai al composto che state montando a velocità non troppo sostenuta, unite anche lo yogurt ed infine il resto della farina, sempre a velocità bassa.



Versate il composto nello  stampo da plumcake, imburrato ed infarinato e cuocere in forno statico a 170° per circa 45'.
Prima di sfornarlo provate con uno stecchino se il plumcake è cotto; se ne  uscirà pulito ed asciutto è il momento di sfornare il vostro dolce.
Una volta intiepidito, estraetelo dallo stampo e lasciatelo raffreddare su una gratella.


giovedì 15 settembre 2016

Gnocchi alla Sorrentina per l'MTC #59



Giovedì gnocchi!!

Non so di chi sia questa citazione e da cosa sia nata, ma è una di quelle frasi che ti accompagna per tutta la vita e sinceramente non è che ogni giovedì io prepari un bel piatto di gnocchi fumanti, ma è una delle preparazioni che mi sa tanto di casa e famiglia.

Quando ero una bimba, mio padre e mio zio coltivavano le patate nel terreno che abbiamo in montagna; mi ricordo che sentivo parlate di kennebek, majestic, patate a pasta bianca e dal nome quasi sempre storpiato in kennebekke e majesticche. Verso la  fine della vacanza vedevo babbo e zio che  muniti di zappa  andavano nel campo e  tiravano su le piante dalla terra, con i preziosi tuberi ancora attaccati alle radici; gli davano una "sgrullata" per togliere la terra e le poggiavano sul terreno in attesa di asciugarsi  e di essere poi, raccolte nei cesti.

Con le patatine piccole piccole,  mamma preparava degli arrosti da urlo, visto che non mancavano mai i polli e i conigli allevati da zio Bruno, mentre la specialità di   babbo era quella di cuocerle in mezzo alla cenere. Nascondeva  le patate ancora con la buccia sotto la brace e quando erano pronte mi chiamava. Con  perizia e velocità le sbucciavamo, e dopo averle raffreddate a suon di soffi e urletti, passandocele tra un palmo e l'altro, le mangiavamo come se fosse stato il piatto più buono di questo mondo.

Ma erano gli gnocchi, l'asso nella manica di mamma. Quando le patate iniziavano ad avere qualche mese e la buccia iniziava a rattrappirsi un po', ecco che la vedevi alla spianatoia impastare purea di patate e farina  mentre il sugo di carne cuoceva lentamente sul fornello. Una volta che  i lunghi serpentoni erano pronti, li tagliava con il coltello con un suono ritmico e mi chiamava per darle una mano, anzi un dito, il dito indice! Insieme rotolavamo il piccolo pezzetto sulla spianatoia e formavamo quel prezioso buchetto che a breve avrebbe trattenuto il saporito ragù.

Ormai sono decine di anni che le patate le acquisto in pratici ballini, il terreno da coltivare è divenuto un prato e non mangio più le patate sotto la cenere, ma ogni volta che preparo gli gnocchi il pensiero torna indietro nel tempo e mi assale una leggera malinconia.

Ma torniamo ad oggi e precisamente a questo mese di Settembre che vede di nuovo protagonista l'Mtchallenge e la nuova sfida  a base di gnocchi di patate, una sfida che si annusava nell'aria per quanto fosse acclamata, e Annarita ha accontentato tutti, sopratutto quelli che con gli gnocchi hanno litigato da piccini, e nel suo post super esaustivo ha raccontato vita, morte e miracoli del prezioso tubero, ma sopratutto ha svelato il segreto/i segreti per ottenere degli gnocchi perfetti.

Il segreto basilare sta nella scelta della patata, che non deve essere assolutamente novella, poi possibilmente a pasta bianca perché di consistenza farinosa e ricca di amido e l'ultimo segreto è quello di sbucciarla appena tolta dal fuoco, i vostri polpastrelli ne risentiranno notevolmente, ma gli gnocchi saranno da dieci e lode.

Per questa sfida ho voluto rimanere sul classico, che più classico non si può! Ho preparato gli gnocchi alla sorrentina, un piatto classico della cucina campana che con pochi ingredienti riesce a regalare un'esplosione di sapori e se avete la fortuna di avere tra le mani dell'ottima mozzarella di bufala appena arrivata da Pontecagnano, allora non ci sono altre parole da aggiungere.

Visto che nella sfida era espressamente richiesto di non fare gratinature al piatto, i miei gnocchi sono stati solo saltati in padella, ma se voleste aggiungere una plus ultra, potete far saltare gli gnocchi in padella, dividerli in  4 cocotte   e cospargete  la superficie di parmigiano e terminare  la cottura in forno caldo finché non si sarà formata una crosticina.

Gnocchi alla Sorrentina



per 4 persone


600 g di patate a pasta bianca di Montese  ( tutte della stessa dimensione)
180 g di farina
sale q.b


per il sugo

 pomodori pelati San Marzano
200 g di mozzarella di bufala
Parmigiano Reggiano q.b
1 spicchio d'aglio
basilico q.b
sale




Lessate le patate al vapore, finché pungendole con uno stecchino non le sentirete tenere, poi sbucciatele e schiacciatele con lo schiacciapatate facendo ricadere la purea sulla spianatoia.
Allargate con una spatola aggiustate di sale e unite un terzo della farina; iniziate ad impastare, e poco alla volta unite anche la farina rimasta.
Otterrete un impasto sodo che taglierete in pezzi, poi un pezzo alla volta lo inizierete a lavorare, ottenendo un cordone abbastanza lungo, e largo circa 1,5-2 cm  che taglierete a pezzetti.
Passate ogni gnocco sull'apposito riga gnocchi, oppure se non lo avete andrà benissimo anche il retro di  una forchetta, facendo scorrere lo gnocco dal basso verso l'alto.



Man mano che saranno pronti disponeteli sopra un telo di cotone, leggermente cosparso di farina.

Ora dedicatevi a preparare il sugo.

Prendete una padella antiaderente, versateci un goccio d'olio unite lo spicchio d'aglio  leggermente schiacciato e non sbucciato. Fate insaporire l'olio per pochi istanti, poi unite i pelati schiacciati aggiustate di sale e fate cuocere per circa 10 minuti. Unite il basilico spezzettato con le mani e mettete da parte.



Cuocete gli gnocchi in acqua bollente salata e scolateli man mano che vengono a galla.
Versateli nella padella con il sugo caldo, unite la mozzarella spezzettata a mano il parmigiano e fate saltare.



martedì 6 settembre 2016

Cheesecake al cocco


Immagine  

Tornata a casa da pochi giorni, dopo una settimana di vacanza, che mi ha dato modo di pensare ulteriormente al mio modo di esserefoodblogger, soprattutto leggendo un commento lasciatomi da un'altrafoodblogger quando ero ancora in Croazia e che  mi ha fatto capire ancora di più, che è il blog che si deve adeguare a me e non io a lui, con i miei tempi e la mia voglia di condividere per il mio piacere personale e non seguendo statistiche e analisi che non sono certamente indispensabili, se lo si fa per puro piacere e passione. 

Voglio prendere tutto molto piùeasy, come quando quasi otto anni fa ho aperto questo diario personale, niente più corse per partecipare a millecontest, voglio tornare a postare con la voglia di condividere l'ultima ricetta che mi ha entusiasmato o il piatto scoperto durante l'ultima vacanza, che siano ricette semplici o complesse non importa, l'importante è che possa divertirmi ancora, come qualche anno fa e questa è la cosa principale. 
In Croazia ho avuto modo di provare tanti piatti straordinari e appena tornata, mi sono messa alla ricerca delle ricette, quindi siete avvertiti di cosa tratteranno i prossimi post: sicuramente vedretecevapcici, salsaajvar,  lepinje, ma le ricette in archivio che aspettano di essere postate sono ancora tante, quindi avrete modo di spaziare dalla cucina croata a quella italiana, senza problemi. 
Oggi però voglio parlarvi di questa cheesecakesenza cottura, che avevo preparato qualche anno fa per il compleanno di mio marito e poi era caduta nel dimenticatoio e non l'avevo più riproposta. Nel blog ho anche altre ricette che trattano dell'argomentocheesecake, ma se volete trarre altri spunti, vi consiglio di dare un'occhiata alletante ricette dicheesecakeche proponeGalbani, nel proprio sito, ce ne sono veramente tantissime e sicuramente troverete quella adatta ai vostri gusti. 
La mia ricetta profuma di cocco e lime, due ingredienti che secondo me rispecchiano benissimo il periodo delle vacanze: il cocco con la sua dolcezza che evoca subito il ricordo di una spiaggia caraibica magari sorseggiando unmojitoche tra i suoi ingredienti vede proprio il lime, oltre ovviamente al  rum cubano, lo zucchero di canna e le foglie di menta. 
Il fatto poi che sia un dolce che non richiede cottura, secondo me ha una marcia in più; a parte l'attesa in frigo per farlo compattare bene, il tempo richiesto per prepararlo è veramente poco, ed è di una facilità disarmante, se lo preparate al mattino la sera avrete pronto un dolce veramente delizioso.



Per uno stampo  di 20 cm di diametro

180 g di biscotti Digestive
  90 g di burro
un cucchiaio di miele

500 g di robiola
350 ml di latte di cocco
120 g di zucchero a velo
10 g di colla di pesce in fogli
cocco disidratato q.b
la scorza grattugiata di un lime






Per prima cosa preparate la base: sciogliete il burro, sbriciolate i biscotti dentro ad un mixer, unite il miele e il burro fuso e raffreddato, quindi date dei colpi ad intermittenza, per far compattare bene il tutto.
Imburrate il fondo della teglia, coprite con la carta forno ( il passaggio del burro, serve a non far "scappare" il foglio di carta forno) versatevi dentro il composto di biscotti e pressate bene con un cucchiaio. Mettete la teglia in frigo per circa 30 minuti.

Mettete a bagno i fogli di colla di pesce, nell'acqua fredda. In un contenitore mettete la robiola, il latte di cocco ( lasciatene da parte un paio di cucchiai) lo zucchero a velo e mescolate bene.
Scaldate il latte di cocco e fatevi sciogliere la colla di pesce che avrete avuto cura di strizzare per bene, mescolate bene e togliete dal fuoco.
Unite la colla al composto di robiola e mescolate accuratamente.
Versate la crema dentro allo stampo, livellate bene e mettete in frigo per circa 5-6 ore.
Al momento del servizio, cospargetela di cocco disidratato e scorza di lime.