Da oggi in poi vi capiterà, spero, di notare delle differenze nelle foto dei miei piatti.
Non pensiate che ci siano due persone differenti che curano il blog, ma le foto che seguiranno da oggi in poi, saranno alcune scattate nei mesi scorsi e lasciate in archivio e alcune nuove di pacca e scattate con più cura.
Lo scorso fine settimana ho partecipato ad un corso bellissimo di fotografia, tenutosi a Firenze con una maestra d'eccezione come Monique o Moniqu, come ha chiamato il sito con il suo portfolio che vi invito ad andare a vedere perché contiene degli scatti meravigliosi.
Come vi dicevo, nonostante le persone che conosco e che mi seguono, mi dicano che le mie foto sono molto belle, ho sentito forte la necessita di migliorarmi ancora, perché dopo tutti questi anni di blog ( a settembre saranno 9 anni che scrivo su queste pagine) la curiosità e la voglia di imparare, per fortuna non mi sono ancora passati e sono sempre alla ricerca di interessi nuovi, che stimolino la mia creatività.
Così quando quasi 5 mesi fa Monique ha annunciato i nuovi corsi per il 2017, non ho esitato un attimo e mi sono subito iscritta aspettando con ansia il 22 ed il 23 Aprile.
Sicuramente non raggiungerò la perfezione, ma voglio almeno provarci, adesso sono dietro a preparare nuovi sfondi e frantumando i cabasisi a mio marito, continuando a ripetere che devo acquistare un obiettivo da 50 mm, ma intanto spero dimettere in pratica le nozioni imparate sul campo, poi il resto verrà con il tempo.
Questa torta tenerina l'ho preparata lo scorso autunno, sono sincera, una torta al cioccolato proprio adatta per le giornate uggiose e grigie autunnali, ma se guardo fuori dalla finestra, nonostante oggi sia il 28 Aprile, vedo il cielo grigio, cupo, con le nuvole cariche di pioggia e scorrendo le bozze del blog é saltata fuori lei che con la sua dolcezza e morbidezza, e mi sembra adatta a risollevare il morale e a spazzare via, quel filo di malinconia.
Anche se è Aprile, provatela... sa di casa e sa di buono e poi la ricetta l'ho trovata tra le pagine di Pinella che oltre ad essere una persona straordinaria, ha la particolarità di essere un'amante della pasticceria e le ricette che trovate da lei, non sono mai farlocche.
L'unica cosa che mi sento di suggerirvi, come sempre del resto, è di utilizzare ingredienti di qualità perché in una torta semplice come questa, sono loro che faranno la differenza.
Ah, un'ultima cosa: Gino Fabbri, Bologna, pasticcere, campione del mondo... non credo di dover aggiungere altro.
Sciogliete sia il cioccolato che il burro ( prima l'uno e poi l'altro, non insieme) a bassa potenza nel micro-onde, poi uniteli in un'unica ciotola.
Montate gli albumi, ma non a neve soda, devono rimanere leggermente morbidie teneteli da parte.
Montate i tuorli con lo zucchero, finché non saranno belli spumosi, poi unite la fecola setacciata.
Iniziate ad aggiungere una parte di albumi al composto delle uova, poi unite il composto del burro e cioccolato in tre volte, mescolando con cura.
Finite con l'aggiungere il resto degli albumi, sempre mescolando con delicatezza.
Imburrate lo stampo e cospargetelo di zucchero semolato, poi versate l'impasto e infornate nel forno caldo.
Cuocete per 20-25 minuti a 180°
Fate raffreddare e cospargete di zucchero a velo.
Una nuova sfida con me stessa, per un piatto che non conoscevo e detto sinceramente, se non fosse stato per l'Mtchallenge e per quella fantastica donna che si chiama Mademoiselle Marina che con la sua bravura aveva vinto la sfida precedente sulle terrine ed è stata l'ideatrice di questa nuova prova, col piffero che mi sarei mai messa ai fornelli per preparare questo piatto!!
Non tanto per la difficoltà, perché se si seguono tutte le dritte e i consigli che si trovano sia qua che qua, nel post meraviglioso che ha scritto Marina, il successo sarà assicurato, ma trovare la giusta ispirazione tra i mille casini che nell'ultimo periodo affollano la mia vita, non è stato per niente facile, ed anche questa volta sono arrivata sul filo di lana.
Lo stampo l'ho trovato con una botta di fortuna che la metà sarebbe bastata; in un negozio che vende dai detersivi ai saponi, passando dalle pentole ai piatti, su uno scaffale incasinato faceva bella mostra di se lo stampo perfetto, dalle giuste dimensioni e con un prezzo fantastico... 2 euro e 90 centesimi!
Porca paletta, la prima volta che non mi sono dovuta rivolgere ad Amazon per farmi arrivare qualcosa a casa, per la sfida!!
Poi dopo questa botta di fortuna, ci sono stati tutti i Saturno contro e tutto il resto, fino ad arrivare a sabato pomeriggio, quando mi sono resa conto che non ce l'avrei mai fatta a preparare la ricetta per la mia cara amica Marina e mi sono sentita veramente una brutta persona!
Ho guardato in giro in cucina, ho aperto il frigo, ho sbirciato in dispensa ed ho trovato un vasetto di funghi che avevo essiccato l'autunno scorso; da li, come una matassa di lana intricata, sono riuscita a trovare il filo e a srotolare le idee, che mi hanno portata a questo risultato.
Del sartù esistono due versioni, quello cotto con una piccola parte di sugo e quindi rosso e quello bianco, cotto come un comune risotto o semplicemente lessato in acqua o brodo.
Quando è uscita la sfida, ho annunciato la ricetta a mio marito e quando si è girato e mi ha esclamato " No...con i sugo no!" con uno sguardo che valeva più di mille parole, mi sono ricordata della sua avversione per il risotto con il pomodoro ed ho capito in un attimo, quale sarebbe stata la mia versione :)
Sartù in bianco con sugo alla salsiccia e funghi trombetta
Per prima cosa cuocete il riso.
Fate tostare il riso con l'olio extra vergine d'oliva e dopo circa 4 minuti vedrete che i chicchi inizieranno a divenire traslucidi; è il momento di iniziare ad aggiungere l'acqua bollente, poca alla volta e fate cuocere per circa 12 minuti, dei 18 richiesti. Il riso deve rimanere al dente, perché terminerà di cuocere in forno.
Una volta terminata la cottura e stando bene attenti che il riso sia asciutto e tirato, aggiungete il burro ed il parmigiano, mescolate bene e lasciatelo raffreddare.
Una volta ben freddo unite le uova una alla volta e mescolate.
Riponete in frigo per qualche ora ( io l'ho lasciato tutta la notte)
Preparate il sugo
Reidratate le trombette dei morti coprendole con acqua tiepida, per circa 30 minuti, poi strizzatele bene e tritatele a coltello. Non gettate via l'acqua, vi servirà per il sugo.
Fate un soffritto con la cipolla e l'olio extra vergine d'oliva, quando la vedrete trasparente aggiungete la salciccia sbriciolata e lasciatela rosolare, poi sfumate con il vino bianco lasciate evaporare bene per evitare che il sugo abbia quella nota di acido che darebbe fastidio, poi unite i funghi e lasciate insaporire per qualche minuto.
Unite la passata di pomodoro, mescolate e lasciate cuocere coperto, per circa 30 minuti.
Se il sugo si dovesse asciugare troppo, aggiungete un goccio d'acqua calda.
Salate e pepate solo verso la fine della cottura, ricordandovi che la salsiccia è già abbastanza saporita di suo.
Per le polpette
In una ciotola mescolate la carne macinata e il pane strizzato e sbriciolato, aggiungete anche l'uovo il formaggio, il sale e il pepe. Mescolate con la mano, e formate delle polpettine della dimensione di una nocciola, poi infarinatele e friggetele per qualche minuto il olio profondo.
Scolatele, lasciatele asciugare e mettetele da parte.
Per i piselli
Fate stufare i cipollotti tritati nell'olio extra vergine, poi aggiungete i piselli e lasciateli cuocere a fiamma dolce, aggiungendo quasi a fine cottura il sale, il pepe e lo zucchero.
Se si dovessero asciugare troppo, bagnateli ogni tanto con dell'acqua calda.
Per la mozzarella
Scolatela dal liquido e tagliatela a cubetti. Mettetela in un colino e riponetelo sopra ad una ciotola; lasciatela sgocciolare in frigo per circa 4 ore, così non bagnerà eccessivamente il sartù durante la cottura.
Per la vellutata ai funghi
Reidratate i funghi secchi e tritateli a coltello.
Fateli insaporire per qualche minuto con una noce di burro, poi metteteli da parte.
Scaldate il brodo e portatelo ad ebollizione. In un tegame sciogliete il burro aggiungete la farina e fate un roux. Quando il composto sarà divenuto di un bel colore caldo, aggiungete il brodo e mescolate bene con la frusta.
Aggiungete i funghi senza il burro in cui li avete fatti cuocere, e fate cuocere per circa 10 minuti.
Aggiustate di sale e di pepe.
E ora componiamo il sartù
Imburrate perfettamente e abbondantemente lo stampo e cospargetelo in maniera precisa di pangrattato.
Fate uno strato di circa 1 cm di riso e comprimetelo con il dorso del cucchiaio, poi iniziate a salire verso l'alto e formate i lati dello sformato. Cercate di essere precisi e se il riso è bello compatto non avrete problemi. Aiutatevi sempre con il cucchiaio
Iniziate a riempire il sartù con la metà dei piselli, poi la stessa quantità delle polpettine e la metà del sugo. Cospargete con la metà della mozzarella e proseguite gli strati, terminando con la mozzarella.
Ricoprite il tutto con il riso e comprimete per bene! Cospargete con il pangrattato e aggiungete qualche fiocchetto di burro.
Cuocete in forno a 180° per circa 40 minuti, vedrete che il sartù sarà cotto, quando si staccherà dai lati dello stampo. Lasciatelo raffreddare per circa 15 minuti e poi sformatelo, ruotandolo sul piatto di servizio.
Accompagnatelo con la vellutata ai funghi
Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 65 dell'Mtchallenge.
Oggi voglio chiedere scusa a tutti quei risotti postati in questi anni sul blog che ho rinchiuso in stretti cerchi d'acciaio per dar loro una forma perfetta, con la convinzione che fossero una gran figata da vedere! Colpa delle mode da seguire, colpa del voler fare ad ogni costo una bella foto da mostrare sul blog ed invece l'unico scopo raggiunto è che quando riguardo il tutto l'unica cosa che mi viene in mente è di preparare di nuovo il risotto, solo per scattare delle immagini decenti.
Si, perché il risotto non deve essere una torretta compatta, ma si deve adagiare mollemente sul piatto, cremoso e morbido con i chicchi ancora ben visibili.
Comunque quando ci si accorge degli errori perpetrati, l'importante è la non reiterazione dell'accaduto e presa coscienza che un risotto è più bello e più vero senza costrizioni di sorta, l'attenzione ricade esclusivamente nella ricerca di ottimi ingredienti che saranno i veri protagonisti di quel piatto.
E con il risotto di oggi, si tratta proprio di ricerca nel vero senso della parola!
Nel periodo tra Marzo ed Aprile, sopratutto se le piogge sono state abbondanti e poi seguite da giornate con un bel sole, non è raro trovare i germogli delle piante di asparagina che sbucano fuori dai cespugli intrigati e pieni di spine e se ci armiamo di buona vista, pazienza e spirito di ricerca, ma sopratutto di mani bioniche o di un bel paio di guanti di gomma, sicuramente dopo tanto peregrinare per la campagna o per la collina, riporteremo a casa un bel mazzetto di asparagi selvatici. pronti per essere trasformati in una frittata saporita oppure da un delicato risotto.
Se per caso la ricerca risultasse particolarmente abbondante, potete conservare gli asparagi selvatici anche nel freezer, avendo l'accortezza di precedere prima ad una veloce bollitura in acqua salata ( 2 -3 minuti) e poi immergendo gli asparagi in una ciotola con acqua fredda e ghiaccio, per mantenere inalterato il colore. Poi non resta che asciugarli bene e procedere alla surgelazione e gli asparagi saranno pronti per essere conservati per qualche mese.
Risotto con asparagi selvatici
Per prima cosa sbianchite gli asparagi selvatici, immergendoli per pochi minuti in acqua bollente salata e poi tuffateli in acqua e ghiaccio, per preservare il loro colore. Tagliateli a tocchetti.
In un tegame mettete un filo di olio extra vergine e fate dorare lo scalogno tritato; unite il riso e fatelo tostare finché i chicchi non saranno translucidi e iniziate ad aggiungere il brodo bollente.
Bagnate gradualmente, facendo bene attenzione a tenere coperto il riso con il brodo e a metà cottura unite gli asparagi selvatici, lasciando qualche punta per guarnire il piatto.
Una volta che il risotto sarà cotto, spegnete il fuoco, attendete qualche istante e poi mantecate con il burro e il parmigiano reggiano