Fin da bambina passavo tutti e tre i mesi di vacanze in quel di Treppio e dopo i primi 15 giorni di entusiasmo subentrava una tristezza infinita perché i miei amici erano tutti in vacanza al mare e dovevo aspettare i primi di Agosto fino a che non arrivavano tutti e formavamo la mitica compagnia delle Selve!
Eravamo una bella banda, circa una quindicina di bambini, che con il tempo sono cresciuti e sono diventati adolescenti casinisti, poi uomini e donne e adesso siamo tutti sposati con i figli oramai grandi.
I prati e i campi erano il nostro parco giochi, e la sera giocare a nascondino tra i castagni o rincorrere le lucciole erano i nostri passatempi preferiti. Andavamo anche a caccia di pipistrelli, con i secchi dell'acqua in testa per paura che si impigliassero tra i nostri capelli, ma questo è una di quelle cose che di cui non vado particolarmente fiera e che mi fa sentire ancora oggi abbastanza ridicola!!
Poi c'erano loro, i due enormi ciliegi duroni che erano cresciuti nei prati intorno casa mia; uno nel campo di sotto con i rami raggiungibili dal muretto dell'orto e uno nel campo di sopra, vicino vicino al muretto che delimitava la strada che porta nelle Selve. Dai loro tronchi usciva una resina dorata, dura al tatto e noi pensavamo che fosse qualcosa di enormemente prezioso! Passavamo interi pomeriggi a staccare quei gioielli che poi infilavamo in tasca dei jeans e li succedeva il patatrac! Se la resina non era ben secca ( e la parte dove era attaccata non lo era mai...) si impastrugnava all'interno delle tasche dei nostri pantaloni e le mamme non è che fossero poi così contente!
Gli anni sono passati e i ciliegi hanno continuato a regalare i loro preziosi tesori, solo che invece di essere resina color ambra erano grossi, rossi e croccanti e buonissimi e io li apprezzavo forse anche di più. Fino a che babbo era ancora con noi, ci pensava lui a raccogliere le ciliegie aiutato da mio fratello Aldo, che rimaneva sempre abbarbicato ai primi rami perché l'altezza lo ha sempre intimorito, poi dopo che babbo se ne è andato il compito è passato a mio fratello e a mio marito, solo che il terrore che provava mio fratello non è mai passato.
Un sabato di tanti anni fa, Aldo e Gianluca erano intenti a raccogliere le ciliegie, mio marito con una certa nochalance, mentre mio fratello sembrava una cozza attaccata allo scoglio!! Nella strada che costeggiava il campo, stava passando la famosa Beppa delle Selve, una donnina minuta ingobbita dal tempo e dai dolori alle ossa che non le davano tregua. Si ferma, solleva la testa e saluta mio fratello e mio marito, in dialetto treppiose
Ragazzi che fade...cogliede le cileje?
E loro
Si Beppa!
E lei notando lo stato d'animo di mio fratello...
Oh Aldo, non t'avrai mia paura vero?
e mio fratello...abbarbicato al tronco
Un pochino si, Beppa!
E lei
Oh viaaaa, ma non tu sarai mia matto?!?!
Dopo questo scambio di battute Beppa aveva ripreso il suo cammino, quando ad un certo punto si ferma, solleva la testa e rivolta a mio fratello dice
" Oddio, a dire il vero, al gazzettino toscano hanno detto, che c'era uno...che gojieva le cileje, jie casco di sotto al cilejio e jie morto!! Ma morto ehhh!!
Ecco, vedere mio fratello, sgranare gli occhi e staccare immediatamente la mano destra dal tronco e toccarsi gli attributi maschili è stato un attimo!!! Giuro che tutte le volte che ci penso, muoio dalle risate e rivedo quel pezzettino di donna, con il grembiule nero che le arrivava alle caviglie, che dopo aver detto questa perla si allontanava tranquillamente...
I due ciliegi sono diventati solo uno e forse anche lui inizia a sentire la stanchezza dei suoi anni, perché oramai non ci regala molti frutti e quando ce li regala noi siamo in città e gli unici che apprezzano la cosa, sono gli uccelli che si riempiono la pancia.
Così se voglio mangiare le ciliegie, l'unica soluzione è acquistarle e quest'anno devo dire che quelle comprate fino ad oggi sono state degli ottimi acquisti e oltre a mangiarle in purezza, le ho trasformate in confettura, ma soprattutto ho avuto la fortuna di incappare in questa ricetta meravigliosa, che oltre a trasformarsi in amore al primo assaggio, è stata preparata ben due volte in due giorni!
La ricetta l'ho scoperta da lei,la mia musa ispiratrice, la mia socia, la mia gemella separata dalla nascita, la mia bella Patrizia del blog Andante con Gusto; la ricetta originale proviene da un Sale & Pepe del 2014 e ieri rovistando fra le mie riviste di cucina ho trovato la copia ed ho letto la ricetta; posso dire che le variazioni che sono state apportate, la rendono una torta veramente fantastica, umida e golosa, una torta da fare e rifare, finché le ciliegie saranno ancora presenti sul mercato.
Non avendo uno stampo a ciambella di 18 cm, mi sono arrangiata inserendo un tubetto da cannolo di acciaio nel centro della teglia, che avevo imburrato ed infarinato ( fate la stessa operazione anche al tubetto) ed ho aumentato l'altezza dello stampo con un giro di carta forno. Per rendere il tutto più carino, una volta sfornata e raffreddata ho tagliato leggermente la calotta e l'ho cosparsa di cacao amaro.
Patrizia nella sua ricetta ha usato lo cherry e l'olio extra vergine d'oliva del Garda, io invece olio di semi d'arachide e ho sostituito lo cherry con il Rum.
Torta ciliegie e cioccolato
- Scaldate il forno a 180°
- Mettete le ciliegie già lavate e denocciolate dentro ad una ciotola e unite il Rum e lo zucchero; lasciatele macerare fino al momento di usarle.
- Tritate a coltello il cioccolato fondente
- Scaldate l'acqua in un pentolino, poi unite il cacao e mescolate bene, eliminate tutti i grumi e mettete da una parte
- Nella planetaria, sbattete le uova con lo zucchero rimanente finché non saranno belle gonfie e chiare; vi ci vorranno circa 10 minuti.
- Iniziate a versare l'olio sulla massa montata, cercando di non far smontare l'impasto.
- Unite anche il cacao e continuate a montare.
- Togliete la ciotola dalla planetaria e iniziate ad unire la farina setacciata insieme al bicarbonato e il lievito. Mescolate delicatamente dal basso verso l'alto aiutandovi con una spatola.
- Unite anche il cioccolato a scagli e le ciliegie con il loro liquido.
- Versate il composto dentro allo stampo e infornate.
- Cuocete per circa 50 minuti e per sincerarvi della cottura fate la prova stecchino, che dovrà uscire perfettamente asciutto.